Da L'Unità
Il ricorso è bocciato. E Beppino Englaro può finalmente decidere di sospendere l’alimentazione forzata di sua figlia Eluana. La Corte di Cassazione ha messo la parola definitiva sulla vicenda della ragazza in coma da sedici anni: conferma il decreto dello scorso luglio della Corte d'appello di Milano che aveva dato il via libera allo stop per i trattamenti sanitari che tengono in vita la 37enne. E boccia il ricorso che aveva avanzato al procura di Milano.
Finisce un calvario che ha scatenato la guerra tra i sostenitori della libertà di scelta per chi praticamente non vive più e chi invece continua a sostenere la dignità della vita anche quando non è più tale.
Il verdetto della Cassazione ha in sostanza accolto la richiesta del procuratore generale della Corte, Domenico Iannelli, che martedì aveva giudicato «inammissibile» il ricorso portato avanti dalla Procura di Milano: l pm di Milano che ha fatto ricorso contro la sentenza sulla sospensione dell’alimentazione, secondo Iannelli, infatti, non era «legittimato a muovere l'azione», in quanto, secondo il pg non si tratta di «un interesse generale e pubblico ma di una tutela soggettiva e individuale» di Eluana.
Insomma, la sentenza di luglio, in cui si sosteneva la sospensione delle cure, si riferiva ad un caso specifico, supportato da perizie mediche che hanno dimostrato come Eluana sia clinicamente morta. E ora le Sezioni unite della Corte di Cassazione hanno confermato che la procura di Milano non era legittimata ad impugnare la sentenza.
Le prime parole del padre, Beppino Englaro, alla notizia del verdetto sono state secche: «È la conferma che viviamo in uno stato di diritto».
giovedì 13 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento