mercoledì 1 ottobre 2008

Studente nero accusa polizia di razzismo

di Daniele Passanante

Era il 2005 quando il giornalista dell'Espresso Fabrizio Gatti si spacciò per clandestino e riuscì a entrare nel Cpt (il Centro di permanenza temporanea) di Lampedusa, nel quale gli extracomunitari sbarcati nell'isola siciliana venivano trattati come in un lager. Lo storico reportage di denuncia fece scandalo e già cominciava a insinuarsi un dubbio fortissimo sugli italiani: siamo diventati razzisti? O dai tempi del fascismo (vedi le leggi razziali) lo siamo sempre stati? Sono molti i fatti di cronaca di questi giorni che confermerebbero questa tesi.

Ultimo di una lunga serie il caso di un ragazzo originario del Ghana, Emmanuel Bonsu, che ha denunciato pubblicamente di essere stato pestato dai vigili urbani di Parma (le sue foto pubblicate su tutti i giornali, con un occhio tumefatto sono inequivocabili) dopo che questi l'hanno scambiato per un pusher. La denuncia del giovane studente segue di pochi giorni l'omicidio di un altro ragazzo nero: Abdoul "Abba" Guiebre, assassinato a milano da due gestori di un bar, padre e figlio che l'accusavano di avere rubato dei biscotti. Preso a sprangate nel cuore della notte del 14 settembre è stato ucciso dopo essersi sentito dare dello "sporco negro" dai due che lo inseguivano. Senza andare troppo indietro nel tempo, sempre a Parma guardacaso, una prostituta nera era stata fotografata in cella, a terra mezza nuda, sporca di polvere.

A maggio 2008 altri fatti inquietanti, sempre a opera dei vigili urbani, ma a Milano: anticipando le norme del governo, squadre della polizia municipale sono state sguinzagliate dall'amministrazione comunale sugli autobus della città, a caccia di clandestini. Veri e propri raid operati sui mezzi pubblici. "Intensificazione dei controlli per prevenire i furti", è stata la giustificazione del vicesindaco. Ma nella pratica questo tipo di controlli è stato di per sé discriminatorio: i vigili controllavano soltanto chi aveva la pelle scura.

Il 14 agosto scorso a Roma una ragazza peruviana ha vissuto una vera e propria Odissea: si trovava davanti a una chiesa e aspettava un'amica. Passa una volante e un poliziotto la scambia per una prostituta, la carica in macchina e la porta in commissariato. Viene sbattuta in una cella con prostitute vere e prima di riuscire a spiegarsi passa un'intera giornata. Il 19 settembre scorso una nuova denuncia: un extracomunitario portato in commissariato viene ammanettato al palo di una sala d'attesa. La giustificazione della polizia: non c'era disponibilità di celle di sicurezza.

La gravità dei fatti è amplificata, poiché sono proprio le istituzioni a essere coinvolte. E le parole di ministri e parlamentari in carica non aiutano, anzi: impronte digitali per bambini rom (per tutelarli, certo, non per schedarli), censimenti di campi nomadi, manifestazioni anti-islam e chi più ne ha più ne metta.

1 commento:

Anonimo ha detto...

stiamo peggiorando di giorno in giorno e questo governo è colpevole di fomentare l'odio tra la gente ed alimentare nuove paure. poveri noi come ci siamo ridotti.
claudio